L’Umano è Perfettamente Calcolabile? Una Riflessione sulla Scienza, l’Economia e il Comportamento Umano
Le scienze possono essere classificate come esatte e non esatte, ma entrambe condividono l’obiettivo di comprendere il mondo che ci circonda. Le scienze esatte, come la matematica e la fisica, sono governate da leggi rigorose che si applicano in modo universale, producendo risultati sempre ripetibili in condizioni identiche.
Tuttavia, non tutte le discipline scientifiche offrono lo stesso grado di precisione e prevedibilità. Prendiamo ad esempio la medicina: essa è indubbiamente una scienza, ma le cure e i trattamenti non producono sempre gli stessi effetti su ogni individuo. Ogni persona è unica e la risposta a una terapia può variare a causa di molteplici fattori, tra cui la variabilità biologica, le condizioni psicologiche e l’influenza dell’ambiente.
Questa complessità rende la medicina una disciplina che richiede un approccio adattabile e personalizzato, in grado di riconoscere e affrontare l’unicità di ogni individuo.
Allo stesso modo, l’economia è considerata una scienza che si occupa della gestione di risorse limitate e dello studio dei comportamenti umani. Tuttavia, il comportamento umano non è altrettanto prevedibile e deterministico come le leggi fisiche. La teoria economica, con i suoi modelli di massimizzazione dell’utilità o di equilibrio dei mercati, si basa su assunzioni ideali che spesso non trovano piena applicazione nella realtà, a causa di variabili impreviste e di comportamenti irrazionali.
Un elemento che distingue le scienze umane dalle scienze esatte è il libero arbitrio. Gli esseri umani non agiscono sempre in modo razionale, e qui entra in gioco un concetto fondamentale: l’ego.
L’ego, pur potendo apparire innocuo o persino affascinante, può trasformarsi in un ostacolo quando si manifesta sotto forma di narcisismo. Questo comportamento può influenzare negativamente le decisioni e le interazioni, rendendo discipline come la psicologia e la sociologia estremamente complesse.
Nonostante queste sfide, ritengo fermamente che l’essere umano sia, nella maggior parte dei casi, prevedibile e calcolabile, poiché le sue azioni sono spesso il risultato di schemi comportamentali, contesti culturali e condizionamenti sociali che lo indirizzano verso scelte apparentemente autonome ma, in realtà, strutturate. Come sosteneva il filosofo Baruch Spinoza, la libertà dell’uomo non risiede nell’indipendenza assoluta delle sue decisioni, ma nella consapevolezza delle cause che lo determinano.
Tuttavia, vi sono rare eccezioni, quegli atti imprevedibili o straordinari che sembrano sfuggire a ogni modello teorico e che possono essere attribuiti a fattori irriducibili come il genio creativo, la ribellione contro l’ordine stabilito o l’improvvisa affermazione di un libero arbitrio radicale, come inteso da Kierkegaard o Sartre. Queste eccezioni, lungi dall’invalidare la regolarità del comportamento umano, fungono piuttosto da conferma della regola, rivelando la complessità dell’essere umano: un’entità razionale e al tempo stesso capace di trascendere i propri limiti, sfidando ogni previsione e lasciando intravedere il mistero della sua natura più profonda.
In questo senso, il riconoscimento della prevedibilità umana non deve essere confuso con un determinismo rigido, bensì con una lettura complessa e dinamica dell’agire umano, in cui le regole e le eccezioni convivono in un delicato equilibrio. Questo equilibrio è ciò che rende l’umanità tanto affascinante quanto enigmatica, e che invita a una riflessione continua sul rapporto tra necessità e libertà, tra norma e trasgressione.
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Se ci soffermiamo sui modelli di manipolazione di massa, non è necessario risalire ai classici studi di Gustave Le Bon o ai metodi storici di controllo delle masse per riconoscere quanto sia diventato semplice, nell’era digitale, influenzare idee, opinioni e comportamenti su vasta scala. I magnati dell’informatica e delle piattaforme social hanno affinato strumenti di persuasione basati su algoritmi sofisticati e analisi dei big data, che consentono di modellare le interazioni umane in modo sempre più preciso. Questi sistemi, attraverso meccanismi di rinforzo variabile, come il rilascio dosato di notifiche, “like” o altre forme di micro-ricompense, riescono a condizionare comportamenti e desideri con sorprendente efficacia, minimizzando lo spazio per il libero arbitrio e amplificando la prevedibilità delle scelte individuali e collettive.
Da un punto di vista economico, questa dinamica si inserisce perfettamente nelle teorie della “razionalità limitata” di Herbert Simon, che evidenziano come le decisioni umane siano vincolate non solo da risorse limitate, ma anche da una capacità cognitiva che si affida a euristiche e scorciatoie mentali. In altre parole, pur nella complessità del comportamento umano, emergono schemi ripetitivi e regolarità statistiche che rendono la massa, nel suo complesso, largamente prevedibile e calcolabile.
Ecco, quindi, una lista di dieci motivi per cui, nonostante l’apparente variabilità dei singoli, la maggioranza degli esseri umani risulta in gran parte calcolabile:
- L’influenza dei bias cognitivi: Gli esseri umani sono spesso guidati da pregiudizi mentali prevedibili, come l’effetto di ancoraggio, la conferma o l’avversione alla perdita, che limitano la razionalità nelle loro decisioni.
- La pressione sociale: La tendenza a conformarsi a norme sociali o al comportamento della maggioranza è un meccanismo ben documentato in sociologia e psicologia.
- Le abitudini di consumo: L’economia comportamentale mostra come i modelli di consumo siano altamente prevedibili e guidati da incentivi economici o marketing mirato.
- L’effetto delle tecnologie digitali: Gli algoritmi di raccomandazione modellano le preferenze, creando bolle informative che rafforzano visioni preesistenti.
- La scarsità di risorse: Le scelte individuali, in molti casi, sono dettate da vincoli economici, che ne riducono la variabilità e li rendono facilmente modellizzabili.
- L’inerzia comportamentale: Le persone tendono a preferire lo status quo, evitando cambiamenti anche quando sarebbero vantaggiosi.
- L’effetto delle emozioni: Le decisioni sono spesso influenzate da emozioni prevedibili, come paura, desiderio o colpa, che possono essere sfruttate strategicamente.
- I meccanismi di ricompensa: I sistemi di incentivazione, sia economici sia sociali, creano schemi ripetibili di comportamento.
- L’impatto delle narrazioni: Le masse tendono a rispondere positivamente a storie che semplificano la complessità e creano una visione condivisa.
- La centralità dell’ego: Anche il desiderio di autostima e riconoscimento può essere utilizzato per prevedere e manipolare comportamenti, come dimostrano le dinamiche dei social media.
In sintesi, ciò che appare come complesso e variegato su scala individuale, diventa prevedibile e modellizzabile quando osservato su scala collettiva. Questo non significa negare l’esistenza di eccezioni o atti di creatività imprevedibile, ma evidenzia come, nella maggioranza dei casi, le scelte umane siano il risultato di processi che possono essere analizzati, descritti e, in molti casi, anticipati.
Concludo questo breve ragionamento, sebbene ci siano fattori imprevedibili, affermando che credo che l’umano possa essere calcolato in modo razionale e analizzato scientificamente in una vasta gamma di contesti. È la consapevolezza del proprio ego e del libero arbitrio a rendere gli esseri umani ancora più interessanti e complessi, ma anche più prevedibili sotto certi aspetti.