The IndyWrep WREPORT

Magazine WREP EU Web Reporter & Creator Registry

Cosa è il Kekistan: la rana Pepe e la parodia che diventa fake news

Avatar

DiIggy Poppins

Giu 14, 2018

Pepe the Frog (la Rana Pepe) è un famoso meme di Internet, è una rana antropomorfa verde con un corpo umanoide. Pepe è una creazione dell’artista Matt Furie che averlo rivelato su MySpace nel 2005, ha ufficialmente debuttato come personaggio in Boy’s Club n. 1 dell’anno successivo, una raccolta di fumetti a pagina singola che racconta le avventure di un quartetto antropomorfo di simpatici animali.
Pepe è diventato un meme in Internet quando nel 2008 la sua popolarità è cresciuta attraverso social network come Myspace, Gaia Online e 4chan . Nel 2015 era diventato uno dei meme più popolari usati sui siti web social 4chan e Tumblr.

 

Il meme (AFI: /ˈmɛme/; plurale memi o meme; dall’inglese meme, dal greco μίμημα, mímēma, “imitazione”, sul modello di gene) è una minima unità culturale come, ad esempio, una moda, uno stereotipo, un’immagine, che si propaga tra le persone attraverso la copia o l’imitazione mediante disseminazione e condivisione. (Wikipdia)

Nel 2016 il movimento americano di estrema destra Alt-right  si è appropriato dell’immagine del personaggio utilizzandolo come un proprio simbolo.

Alt-right (abbreviazione inglese che sta per alternative right: “destra alternativa”) è il nome di un movimento politico, nato negli Stati Uniti, che promuove ideologie di destra alternative a quelle tradizionali del conservatorismo. L’Alt-Right è un gruppo non strutturato e non coeso, che non dispone di un’organizzazione centrale o di un’ideologia precisa, caratterizzandosi per lo più come movimento subculturale che si alimenta on-line intorno a gruppi di discussione che gravitano sui siti web quali: 4chan, 8chan, Reddit e Twitter .
Il concetto è stato inoltre associato a diversi gruppi come nazionalisti americani, paleoconservatori, anarco-fascisti, paleolibertari, fondamentalisti cristiani, neo-monarchici, sostenitori dei diritti degli uomini e la campagna presidenziale del 2016 di Donald Trump. (Fonte: Wikipedia)

Se navighiamo sul web troviamo molte notizie e articoli che forniscono una descrizione del movimento Alt-right. Gli appartententi sono quasi sempre descritti come razzisti bianchi, neonazisti, neo-confederati e altro ancora. Ma non sempre queste definizioni sono accettate dai membri. Sembra infatti che il termine “alt-right” sia stato coniato per la prima volta nel 2008 all’inteno del Mencken Club, un’organizzazione per intellettuali indipendenti e accademici di destra, che conta tra i membri il libertario Hans Herman-Hoppe e Paul Gottfried, uno storico intellettuale di destra che apparentemente fu il primo a usare il termine “alt-right”.
Secondo il sito “the college conservative” per
Gottfried “Alt-right” in origine aveva il significato di aderenza alla repubblica costituzionale americana, un piccolo governo, non interventismo in politica estera e libero mercato. Gottfried rifiutava pertanto il neo-conservatorismo e il suo amore per la guerra oltre confine e la presidenza di tipo imperiale sostenendo che l’America era la più forte quando era più forte l’eredità britannica in termini d’influenza culturale.

Tutto questo non fa altro che aumentare il livello di imprecisione e confusione e iniziamo a chiederci, ma come mai da un fumetto si è passati ad ideologie conservatrici e a pensare che il neonazismo possa proliferare in Club e movimenti più o meno politicizzati?

Ovviamente se si evoca il nazismo non possiamo non prendere in considerazione l’opinione della comunità ebraica, che più di tutte ha subito le persecuzioni razziste durante il regime. Per questo motivo la Lega anti-diffamazione (ADL) ha aggiunto nel 2016 alcune incarnazioni di Pepe the Frog al proprio database dei simboli di odio, aggiungendo però che non tutti i meme di Pepe sono razzisti. L’uso originale del meme si è poi evoluto nel tempo e ora ha molte varianti, tra cui Sad Frog, Smug Frog, Feels Frog e “You will never …” Frog.
Da allora, il creatore di Pepe ha pubblicamente espresso il suo sgomento per il modo in cui il suo disegno viene usato come simbolo di odio.

L’Anti-Defamation League (ADL, precedentemente nota come Anti-Defamation League of B’nai B’rith) è un’organizzazione non governativa ebraica internazionale che ha sede negli Stati Uniti. Autodefinita come “la principale agenzia nazionale per i diritti civili e le relazioni umane”, l’ADL afferma che “combatte l’antisemitismo e tutte le forme di bigottismo, difende gli ideali democratici e protegge i diritti civili per tutti”, attraverso “informazione, educazione , legislazione e difesa “.

 

Il culto di Kek

Arrivati a questo punto continuo a chiedermi: come si arriva da Pepe the Frog all’odio e ai simboli più apertamente neonazisti? E’ veramente una cosa da prendere sul serio o solo una grande bufala mediatica?

Per poterci permettere di argomentare un’opinione è necessario conoscere un’altra faccenda ironica che in rete diverte molti millenians e non solo; si tratta delle pseudo religioni goliardiche, nate e cresciute online, come quella del “Culto di Kek”.
“Esoteric Kekism”, o “Culto di Kek”, è un termine usato per la parodia della religione che adora la figura di Pepe the Frog,  il nome deriva dall’antica rana egizia Kek, che rappresenta il dio dell’oscurità.  Questa divinità, a sua volta, è stata associata a Pepe the Frog nei forum sulla rete internet dove i riferimenti a Kek sono spesso associati con l’Alt-Right e Donald Trump.

Il termine “Kek” sembra nascere dalle chat del videogioco World of Warcraft e s’ispira alla parola “lol” che viene usata dai giovanissimi sulle chat. LOL è l’Acronimo di “Laughing Out Loud (o Limits)” che significa “ridendo forte” o “ridendo a crepapelle” oppure “Lots of Laughs” e che in italiano significa “tante risate”. La frese associata alla divinità egizia con lo stesso nome, diventa “Esoteric Kekism” e fa riferimento all’ hitlerismo esoterico descritto da Savitri Devi Mukherji, vestale ed araldo sacerdotale del Nazionalsocialismo.

Durante le ultime elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016, Kek è stato associato alla politica di estrema destra. Kek , su 4chan, fa anche riferimento al verificarsi di cifre ripetute note come “dub”, come se avesse la capacità di influenzare la realtà attraverso i meme di Internet. In questi siti si è quindi notata la somiglianza tra Kek e il personaggio Pepe the Frog e gli utenti di 4chan vedono Kek come il “Dio dei meme“.

Il Kekistan

Il Kekistan è un paese fittizio creato da membri di 4chan che è diventato un meme politico e un movimento online. Il nome deriva da “kek” e il suffisso “-stan”, che in persiano significa “luogo di” (come la parte finale di diversi nomi di paesi e regioni dell’Asia centrale). I Kekistani si identificano come “shitposters“, che letteralmente significapubblicatori di cacca,  e si sentono perseguitati dalla eccessiva correttezza politica…

Gli Shitposters pubblicano grandi quantità di contenuti  “aggressivamente, ironicamente e trollamente poveri di qualità” nei forum online e social network. Lo scopo è in molti casi quello di far deragliare le discussioni o rendere i siti non ben utilizzabili per i visitatori abituali. Shitposting è anche usato come termine colloquiale per indicare qualsiasi tipo di post improduttivo pubblicato su un forum, un social o una chat, come ad esempio la condivisione di meme.

I kekistani  hanno anche creato una storia fittizia attorno al meme, compresa l’invasione e il rovesciamento di altri paesi di finzione come “Normistan” e “Cuckistan”.

I Kekistani hanno anche adottato l’attore Gordon Hurd (nel suo personaggio “Big Man Tyrone“) come loro “presidente” e  il brano musicale italiano “Shadilay” come inno nazionale. Il disco ha attirato l’attenzione del gruppo a settembre 2016 a causa il nome del gruppo (P.E.P.E) e il disegno sul cd che ritrae una rana con in mano una bacchetta magica.

Ovviamente appare curioso e sorprendente il fatto che la bandiera di uno “stato” il cui presidente è nero, con un modo di fare lontanissimo dallo stile serioso, sia associato all’estrema destra e ai suprematisti bianchi. Soffermandoci sulle contraddizioni, ci rendiamo immediatamente conto che siamo finiti nel dominio del nonsense. Rimango basito di fronte ad alcuni commentatori, di vere testate giornalistiche, che sembrano non comprendere la differenza tra l’ironia e il nazionalismo, tra un militante neonazista e un nerd auto-compiaciuto. Tutto questo è divertente se lasciato nel suo ambiente goliardico, ma diventa per alcuni giornalisti impertinenti, o peggio ignoranti, un arma per condannare alcune proteste, più o meno legittime.
Basta guardare un solo video del “presidente Big Man Tyron” per rendersi conto che si tratta di qualcosa che diametralmente in antitesi con l’ideologia e la politica. Per questo mi chiedo se quelle persone che vedendo il simbolo del Kekistan, in alcune manifestazioni pubbliche, siano del tutto lucide nel commentare aspramente chi sventola la bandiera del kekistan. Non sono sicuro che questi professionisti siano così tanto ignoranti, o anche solo ciecamente impauriti, dal voler immediatamente pubblicare i propri commenti di disgusto a ciò che traducono come razzismo. Non son certo se si tratta di qualcosa di molto più sottile. E mi faccio una domanda… Un velo di semplice e ineducata ironia può nascondere la volontà, da parte di qualche potente organizzazione, di mandare in confusione la vera informazione e quindi riuscire a sdoganare vere azioni politiche mentre in rete si parla di pseudo razzismo kekistano?

Tyrone Declares War On Normies - Vive Kekistan!

Popolarità del Kekistan

E’ stato probabilmente Carl Benjamin, che usa lo pseudonimo Sargon di Akkad su YouTube, ad aver reso popolare il Kekistan.  Sembra che Benjamin volle contattare l’Ufficio Britannico per le statistiche nazionali e chiese di aggiungere i  Kekistani come gruppo etnico per il Censimento britannico. Naturalmente non riuscì a ottenere l’aggiunta dell’etnia falsa ma, dalla fine del 2016, l’etnia satirica è stata utilizzata da manifestanti di estrema destra negli Stati Uniti, contrari a ciò che considerano come correttezza politica.

Questi “Kekistani” denunciano l’oppressione del loro popolo e i manifestanti sventolano la “bandiera nazionale del Kekistan” che sembra modellata sulla bandiera di guerra nazista, con il rosso sostituito dal verde e la Croce di ferro sostituita dal logo che è ad alcuni appare come una svastica sostituita dalla scritta KEK). Questa bandiera fu mostrata nel 2017 in occasione della protesta di Berkeley per la libertà di parola e alla riunione di Unite the Right ad agosto 2017.

Il paese immaginario Kekistan ha probabilmente iniziato a circolare su Twitter dopo la sua promozione da parte dello YouTuber Sargon di Akkad.

YouTube player

Il 14 dicembre 2016 su 4chan appare una discussione riguardante l’acquisto di un’isola nei Caraibi che è stata presentata nella sezione / pol / (boards.4chan.org/pol), a cui diversi utenti hanno suggerito che il territorio fosse denominato “Kekistan”.

Politically Incorrect (Politicamente scorretto), abbreviato in / pol /, è un forum dedicato agli eventi in corso e alla discussione politica sulla dashboard di 4chan. È uno dei forum più popolari su Internet dedicato alla politica e ha guadagnato la reputazione di focolaio di credenze marginali.

Spread – Diffusione

Il 14 dicembre 2016 è stato anche lanciato il primo feed su Twitter dedicato alla Repubblica del Kekistan, e che si autoproclamava “l’account Twitter ufficiale della Repubblica Kekistana“, che ha ottenuto nei rpimi 2 giorni più di 5.000 follower. Nel frattempo gli utenti hanno iniziato a twittare l’hashtag #FreeKekistan professando il loro orgoglio per le shitpost con modalità fortemente ironiche. Nasce anche il sito kekistan.com (ora sospeso) con tanti di “manifesto della cultura Kek”.

La cronaca racconta che lo YouTuber The New Memedia abbia caricato la canzone “Shadilay” sotto il titolo “The National Anthem of Kekistan”, ma il video è stato poi rimosso, probabilmente per motivi legati ai diritti d’autore.
Nel frattempo è stato lanciato il subreddit / r / kekistan, con la descrizione “C’è un solo Dio (Kek) e Pepe è il suo profeta“.
Il 1 ° febbraio 2017 è stata creata una pagina per “Kekistan” su Encyclopedia Dramatica, una enciclopedia satirica creata con il noto sistema wiki, chiusa il 16 aprile 2011 dalla fondatrice Sherrod De Grippo in quanto le voci erano scritte con un linguaggio scurrile, marcatamente slang e politicamente scorretto che prendeva di mira tutti i grandi portali di Internet e tutte le fasce della subcultura giovanile.

LA STAMPA ITALIANA E’ CADUTA NELLA TRAPPOLA?

Luca Donadel è un giovane blogger studente di comunicazione presso l’Università di Torino. Ultimamente viene invitato a trasmissioni televisive di Mediaset come presunto esperto di politica internazionale. Donadel pubblica video con le proprie teorie diplomatiche che hanno lo scopo di svelare il suo modo di vedere la realtà che naturalmente i media occidentali non rivelano.

Nel video qui in basso ci racconta la storia di come tanti commentatori vedendo sventolare bandiere del Kekistan in manifestazioni della Lega si siano indignati, come anche  La Repubblica, il Corriere, Emanuele Fiano e altre testate siano state di fatto, a suo parere, trollate con la storia della bandiera del Kekistan che richiama il nazismo.

CONCLUDENDO

Tutto questo alimenta l’idea di Fake news, ovvero creare confusione nell’ambito delle informazioni, annacquando sempre più la realtà con opinioni, ironia e notizie locali o globalizzate. Le notizie sono divenute spettacolo, tra il vero e il falso ciò che conta è solo l’audience e la quantità di lettori/spettatori/visualizzazioni e likes.
Ognuno ha le sue fonti disponibili su internet, ognuno sembra soprassedere al fatto che l’indice di questa bella enciclopedia globalizzata è però distribuito solo da pochissimi attori. Google, Facebook, Instagram e qualche altro sono la fonte della fonte… e si sa bene chi controlla l’acqua controlla la vita nel pianeta….

YouTube player
YouTube player

Avatar

Iggy Poppins

Iggy Poppins è un appassionato in nuovi media e alla tecnologia, con esperienze nella comunicazione del settore web. È  indipendente e non appartiene a nessuna squadra politica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

The IndyWrep WREPORT