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Il giudice Alessandrini e la lotta al terrorismo eversivo nella Milano degli anni di piombo

Francesca Moretti

DiFrancesca Moretti

Mar 3, 2021

A Milano, il 29 gennaio 1979, il giudice 39enne Emilio Alessandrini veniva freddato con otto colpi di pistola, i suoi aguzzini erano membri dell’organizzazione terroristica di estrema sinistra denominata Prima Linea.
Ad attendere il giudice Alessandrini nei pressi della sua abitazione un commando di cinque uomini, due dei quali armati, che con estrema ferocia gli esplosero contro otto colpi di pistola, per il magistrato non ci fu niente da fare, la morte sopraggiunse all’istante.

Prima Linea (PL) è stata un’organizzazione armata nata nel 1976 come associazione politica extraparlamentare di estrema sinistra fuoriuscita da Lotta Continua . Si fregiavano di essere alla testa dei cortei di protesta occupando la “prima linea”. Ben presto PL uscì dalla legalità aderendo alla lotta armata e divenendo un’organizzazione terroristica. Prima Linea ha avuto un ruolo chiave nel periodo degli anni di piombo ed è seconda in Italia solo alle Brigate Rosse, per numero di persone colpite (39 di cui 16 uccise), di azioni armate (101 attentati rivendicati) e per numero di aderenti.

Per quale motivo un agguato così efferato? Emilio Alessandrini era sostituto procuratore della Repubblica presso il palazzo di giustizia di Milano, e nell’espletamento delle sue funzioni aveva seguito alcuni casi scottanti come l’attentato terroristico nel centro della capitale milanese presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura, passata alla storia come la strage di Piazza Fontana; il terrorismo rosso, una forma di eversione armata di impronta comunista; la strategia della tensione che ha caratterizzato un periodo storico dell’Italia, i cosiddetti anni di piombo.
La sua professione svolta con meticolosità e diligenza costituì un probabile movente per il suo assassinio. Per i capi dei movimenti di matrice terrorista di estrema sinistra, Emilio Alessandrini era divenuto il magistrato scomodo, il rappresentante della giustizia che avrebbe potuto far cadere molte delle loro teste, dunque andava eliminato. Un’esecuzione in piena regola, la modalità dell’uccisione del giudice doveva essere un monito per il mondo della giustizia. La morte del sostituto procuratore Emilio Alessandrini segnò, nella nostra penisola, l’inizio di un crescendo di attentati terroristici sempre più sanguinari.

Emilio Alessandrini: non dimentichiamolo

— English —

Fight against terrorism and right-wing subversion in the Milan of the years of lead

In Milan, on January 29, 1979, the 39-year-old judge Emilio Alessandrini was killed with eight gunshots, his tormentors were members of the far-left terrorist organization called Prima Linea.
A commando of five men, two of them armed, who with extreme ferocity exploded eight gunshots at him, awaiting Judge Alessandrini near his home, for the magistrate there was nothing to do, death came instantly.
Why such a brutal ambush? Emilio Alessandrini was deputy public prosecutor at the Milan courthouse, and in carrying out his duties he had followed some burning cases such as the terrorist attack in the center of the Milanese capital at the Banca Nazionale dell’Agricoltura, which went down in history as the massacre of Piazza Fontana; red terrorism, a form of armed subversion with a communist imprint; the strategy of tension that characterized a historical period in Italy, the so-called years of lead. His profession carried out with meticulousness and diligence constituted a probable motive for his murder. For the leaders of left-wing terrorist movements, Emilio Alessandrini had become the inconvenient magistrate, the representative of justice who could have brought down many of their heads, so he had to be eliminated. A full-blown execution, the way the judge was killed was to be a warning to the world of justice. The death of Deputy Prosecutor Emilio Alessandrini marked, in our peninsula, the beginning of a crescendo of increasingly bloody terrorist attacks.


Francesca Moretti

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Francesca Moretti è una Web Reporter Certificata dal WREP Registro EU Web Reporter
2 commenti su “Il giudice Alessandrini e la lotta al terrorismo eversivo nella Milano degli anni di piombo”
  1. Una ricostruzione chiara ,precisa e illuminante.
    Grazie .

  2. Non ero a conoscenza di questo delitto. Ho trovato interessante l’articolo scritto veramente bene

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