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Viviamo in un’epoca in cui la libertà di espressione sembra essere un valore in continua evoluzione, eppure, paradossalmente, la caccia alla censura può portare a chiedere, in modo inaspettato, una maggiore censura. Oggi, chiunque può sentirsi autorizzato a esprimere le proprie opinioni e a farsi portavoce della verità. Ma quanto è profonda questa convinzione? E cosa comporta realmente?

Il Giocattolo dell’Informazione

Nel mondo attuale, dove smartphone e computer sono a portata di mano, tutti possono diventare giornalisti. C’è un’illusione pervasiva secondo cui la verità si possa scoprire navigando online, sentendo le campane e consultando fonti discutibili. Tuttavia, il risultato di questa frenesia informativa è che molte persone si trovano a divulgare idee che, sebbene fortemente sentite, sono spesso infondate. È inquietante vedere come questo fenomeno colpisca tanto i giovani quanto gli anziani, con i secondi, in particolare, che si sentono intellettualmente superiori, pur essendo spesso ancorati a nozioni obsolete e informazioni errate.

La Trappola della Rete

Il web ha democratizzato l’accesso alle informazioni, ma ha anche creato una rete di illusioni. Chi non ha “anticorpi” informativi, cioè la capacità di discernere le fonti affidabili, rischia di cadere nella trappola di credere di aver capito il mondo. Le fake news proliferano e l’algoritmo delle piattaforme e dei framework dell’internet filtra e censura l’informazione, creando una realtà manipolata dove la libertà è solo apparente.

 

Ignoranza e Potere

La vera preoccupazione non è solo l’ignoranza, ma l’ignoranza dell’ignoranza. Le persone che si sentono in possesso della verità non sono consapevoli della loro mancanza di conoscenza e, di conseguenza, contribuiscono a una spirale di disinformazione. Questo stato di cose attrae il denaro e il potere, creando gruppi che aspirano a una visibilità effimera, simili a sindacati il cui obiettivo è solo quello di acquisire potere.

Il Ritorno al Passato

In un’epoca in cui ci si aspetta che ogni individuo diventi un influencer o un esperto in ogni campo, ci dimentichiamo delle lezioni del passato. Ricordiamo le storie di Collodi, Pinocchio e la volpe e il gatto, che ci avvertono dei rischi dell’illusione. I protagonisti di queste fiabe, che cercavano il guadagno facile, finivano spesso in situazioni disastrose, simili a come oggi molti giovani si illudono di comprendere la medicina o i viaggi spaziali solo attraverso video superficiali e fonti poco affidabili.

Un Appello alla Consapevolezza

Questa “idiocrazia” che avanza ha il potere di trasformare tutti in esperti a tempo pieno, ma ci invita anche a riflettere. Possiamo davvero considerare che la maggior parte delle opinioni espresse online sia frutto di un’analisi critica e informata? O ci troviamo invece di fronte a un’immensa confusione in cui si celebra l’ignoranza mascherata da saggezza?

Mentre ci battiamo contro la censura, dobbiamo essere consapevoli dei rischi insiti in una società che si affida ciecamente all’informazione a buon mercato. È tempo di riscoprire il valore di un’informazione basata su fonti solide, viaggi reali e un pensiero critico che ci possa guidare attraverso le trappole di un’informazione superficiale. Solo così potremo aspirare a una vera libertà di espressione.

Censura e Libertà di Opinione nell’Era dei Social Media

Negli ultimi anni, la diffusione globale dei social media ha reso l’informazione e le opinioni accessibili con una facilità senza precedenti, ma ha anche portato all’introduzione di nuove forme di censura. Le piattaforme social, pur essendo teoricamente spazi di libera espressione, sono soggette alle regole dei paesi in cui operano e spesso attuano politiche di moderazione che oscillano tra censura preventiva e intervento postumo. L’intento dichiarato di queste azioni è garantire la sicurezza e la conformità legale, ma si pongono spesso in contrasto con la libertà di opinione.

Il Digital Services Act (DSA) rappresenta uno sforzo cruciale dell’Unione Europea per regolamentare le piattaforme digitali e garantire la sicurezza online degli utenti. Tuttavia, c’è un rischio reale che questa normativa possa, in nome della protezione, introdurre forme di censura preventiva e limitare la libertà di espressione. Se da un lato il DSA impone alle piattaforme una maggiore responsabilità nella gestione dei contenuti dannosi, dall’altro rischia di incentivare una moderazione eccessiva, con la possibilità che contenuti legittimi vengano rimossi senza una reale necessità. È fondamentale, quindi, che le implementazioni del DSA mantengano un equilibrio, per non trasformare uno strumento di protezione in un ostacolo alla libertà di opinione

A complicare la situazione è l’aspetto geopolitico: ogni area geografica ha un approccio diverso alla censura online. In Paesi come la Cina e l’Iran, i social media sono spesso filtrati o vietati, mentre negli Stati Uniti e in Europa si cerca di bilanciare la libertà di parola con la moderazione dei contenuti ritenuti offensivi o pericolosi. Questa varietà di approcci evidenzia la complessità della censura moderna, in cui la libertà d’espressione può essere limitata sia dalle leggi nazionali sia dalle politiche delle piattaforme globali.

La censura moderna

La censura moderna, come abbiamo visto, è un fenomeno poliedrico, in costante evoluzione, che si manifesta in maniera diversa a seconda delle piattaforme e delle normative geografiche. L’avvento dei social media ha portato l’informazione a una velocità e una portata globale senza precedenti, aprendo anche una nuova era per la libertà di espressione. Tuttavia, proprio queste piattaforme, inizialmente concepite come spazi di condivisione e pluralità di opinioni, sono diventate spesso arbitri della censura. La necessità di filtrare i contenuti per motivi di sicurezza e aderenza alle leggi ha sollevato interrogativi profondi sul confine tra controllo e libertà.

A livello internazionale, le differenze normative mettono in luce le tensioni tra ideali democratici e sistemi autoritari, e riflettono una pluralità di approcci che complica ulteriormente il quadro. Se da un lato gli strumenti digitali hanno portato a una democratizzazione dell’accesso all’informazione, dall’altro hanno introdotto nuovi poteri di controllo che limitano la libera circolazione delle idee.

In conclusione, abitando un contesto così complesso, è essenziale avviare una riflessione su come bilanciare la sicurezza e la protezione dei cittadini con il diritto all’espressione e all’informazione. La sfida sarà trovare una strada che possa garantire al contempo libertà e responsabilità, evitando il rischio di trasformare la rete da luogo di apertura a uno spazio controllato e limitato.

Bibliografia

  1. Bennet, W. L., & Livingston, S. (2020). The Logic of Connective Action: Digital Media and the Personalization of Contentious Politics. Cambridge University Press.
  2. Deibert, R., & Rohozinski, R. (2011). Access Contested: Security, Identity, and Resistance in Asian Cyberspace. MIT Press.
  3. Gillespie, T. (2018). Custodians of the Internet: Platforms, Content Moderation, and the Hidden Decisions That Shape Social Media. Yale University Press.
  4. MacKinnon, R. (2012). Consent of the Networked: The Worldwide Struggle for Internet Freedom. Basic Books.
  5. Morozov, E. (2011). The Net Delusion: The Dark Side of Internet Freedom. PublicAffairs.
  6. Zuboff, S. (2019). The Age of Surveillance Capitalism: The Fight for a Human Future at the New Frontier of Power. PublicAffairs.

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Igor Wolfango Schiaroli

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