“Non si fa la rivoluzione con la bicicletta”, e neanche con l’elettrico. Questa frase, ispirata al pensiero di André Glucksmann, sintetizza il paradosso di una transizione ecologica imposta dall’alto, basata su divieti e obblighi anziché sul naturale sviluppo del mercato e della tecnologia. La libertà economica si basa sulla possibilità di scegliere, ma il bando dei motori termici, inizialmente fissato per il 2035, è stato un’imposizione che ha frenato non solo la competitività delle imprese, ma anche la libertà individuale.
André Glucksmann (1937-2015) è stato un filosofo e saggista francese, tra i principali esponenti del “nuovo pensiero” critico nei confronti delle ideologie totalitarie. Inizialmente vicino al marxismo, se ne distaccò dopo l’invasione sovietica della Cecoslovacchia nel 1968, diventando un feroce oppositore del comunismo e di ogni forma di autoritarismo. Nei suoi scritti ha spesso denunciato le derive ideologiche che, imponendo un modello unico di sviluppo, finiscono per soffocare la libertà individuale e il progresso spontaneo della società.
L’elettrico è una tecnologia promettente, ma ha ancora troppi limiti per essere imposto come unica soluzione. L’autonomia ridotta, i costi elevati, la mancanza di infrastrutture adeguate e il problema ambientale legato alla produzione e allo smaltimento delle batterie lo rendono ancora poco praticabile su larga scala. In un’economia di mercato, la sostenibilità dovrebbe nascere dalla competizione tra tecnologie diverse, non da decisioni calate dall’alto.
Obiettivi CO2 per auto e furgoni
Anno Veicolo Auto Furgoni 2021 95 g/km 147 g/km 2025 -15%
(81 g/km)-15%
(125 g/km)2030 -55%
(42 g/km)-50%
(73 g/km)2035 -100%
(0 g/km)-100%
(0 g/km)
Quando uno Stato obbliga ad adottare una specifica tecnologia invece di lasciarla evolvere in base alle reali esigenze della società, il rischio è che quella scelta si trasformi in uno strumento di controllo politico ed economico.
Interessante a tale proposito la riflessione di Glucksmann secondo cui, nella Cina maoista, la bicicletta non era solo un mezzo di trasporto, ma un modo per limitare la mobilità della popolazione e, di conseguenza, il suo grado di autonomia. Centralizzare i trasporti attorno a un veicolo essenziale e privo di un’autonomia significativa serviva a impedire spostamenti liberi e non pianificati. Analogamente l’elettrico, più costoso e vincolante rispetto ai motori termici, rischia di ridurre la libertà di movimento accentuando la concentrazione del potere nelle mani delle istituzioni, con un impatto diretto sull’indipendenza economica dei cittadini.
Scelte verdi, effetti rossi: la crisi dell’automotive europeo
Gli effetti delle scelte politiche europee si riflettono sull’industria automobilistica, che sta affrontando una fase critica. Le aziende del settore hanno investito miliardi nella riconversione verso l’elettrico, ma la domanda inferiore alle aspettative sta causando un ridimensionamento della produzione e pesanti tagli occupazionali.
Un esempio emblematico è il gruppo Volkswagen, che ha annunciato il taglio di circa 50.000 posti di lavoro principalmente nel comparto dedicato ai motori termici. Di questi, circa 10.000 tagli sono già in fase avanzata di pianificazione, con misure che potrebbero includere la chiusura di alcuni stabilimenti in Europa. La pressione economica è evidente, e i sindacati sono in trattativa per mitigare le conseguenze sociali di questa crisi.
Ma il problema è più ampio e riguarda l’intero sistema produttivo europeo. Imporre vincoli unilaterali senza un coordinamento internazionale non aiuta l’ambiente, anzi, può avere l’effetto opposto. Se la produzione si sposta in Cina, dove oltre il 56% dell’energia elettrica proviene ancora dal carbone (fonte: IEA, International Energy Agency, 2023), non solo le emissioni non diminuiscono, ma l’Europa diventa ancora più dipendente da mercati esteri meno regolamentati.
Il dietrofront dell’UE e i numeri della transizione
La rigidità dell’approccio europeo è stata messa in discussione dallo stesso legislatore. La recente decisione di posticipare lo stop ai motori termici oltre il 2035, con una revisione intermedia nel 2026, è stata formalizzata nella Direttiva UE 2023/851, che ha modificato i termini del regolamento iniziale. Questo provvedimento è stato il risultato delle pressioni di diversi Stati membri, tra cui Germania e Italia, che hanno chiesto maggiore flessibilità per tutelare la propria industria automobilistica.
L’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni. Il piano Fit for 55, approvato dalla Commissione Europea nel 2021, prevede una riduzione del 55% delle emissioni di CO₂ entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il traguardo finale è la neutralità climatica entro il 2050, un obiettivo sancito dalla Legge Europea sul Clima (Regolamento UE 2021/1119).
Il problema è che questi target si scontrano con la realtà del mercato e con le attuali capacità tecnologiche.
Guardando al passato, il paragone con la Cina maoista ci ricorda come il controllo sulla mobilità possa diventare un modo per limitare le libertà individuali. Se allora la bicicletta serviva a tenere la popolazione in un raggio d’azione limitato, oggi l’imposizione dell’elettrico rischia di trasformarsi in una nuova forma di restrizione, riducendo le possibilità di scelta e accentuando il potere decisionale delle istituzioni a discapito dei cittadini. Ma non solo: in nome di una transizione imposta, si sta seguendo un percorso che compromette profondamente la competitività, l’occupazione e l’autonomia industriale europea, sacrificando interessi economici strategici a favore di un’ideologia ancora troppo distante dalla realtà produttiva. Un approccio che, invece di rafforzare il sistema, rischia di indebolirlo dall’interno, minandone le fondamenta economiche nel lungo periodo.
Bibliografia web
• IEA (International Energy Agency), “Global Energy Review 2023” – Dati sulla produzione di energia elettrica da carbone in Cina.
https://www.iea.org/reports/global-energy-review-2023
• Commissione Europea, “Fit for 55” (2021) – Obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO₂.
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_21_3541
• Regolamento UE 2021/1119 – Legge Europea sul Clima – Quadro normativo per la neutralità climatica entro il 2050.
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32021R1119
• Direttiva UE 2023/851 – Modifica ai regolamenti sullo stop ai motori termici.
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32023L0851
• *Volkswagen, report finanziario 2023* – Investimenti e riduzione della forza lavoro nel settore elettrico.
https://www.volkswagenag.com/en/InvestorRelations/Annual_Reports.html