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Roy Lichtenstein Visionlapse all’Albertina Museum

Vienna. In occasione del suo centenario, l’Albertina Museum dedica una retrospettiva all’artista americano che guarda gli oggetti e la cultura americana, con occhio europeo: Roy Lichtenstein. la sua vita infatti si divise tra gli States e dopo l’arruolamento nella seconda guerra mondiale come solista in Inghilterra, Francia, Belgio e Germania continuò la sua esperienza europea presso la Sorbona di Parigi, così da sviluppare uno sguardo europeo sull’arte. All’inizio era un’ingenuo cubista dal tratto incerto.

“Iniziai a disegnare i cartoni animati, perché i miei figli mi dicevano che non sapevo disegnare, così copiai con un mio modo qualcosa che a loro piacesse”. Mentre l’Europa artistica era concentrata sull’astrattismo per fronteggiare i dolori della seconda guerra mondiale, Lichtenstein concentrò la sua produzione artistica su tutto ciò che la guerra aveva creato. Gli oggetti, il prodotto pubblicizzato e la sofferenza dell’amore per voce di donne sole ma determinate nei confronti del manager con valigetta, freddo e calcolatore, divennero l’oggetto delle sue opere, non esaltandoli ma prendendosi gioco di loro, mediante una leggerezza amplificata. Il primo piano cinematografico la fa da padrone come il particolare, rendendo il frammento di una immagine, il protagonista dell’opera.

Nel fare questo l’artista ha iniziato prendendo a prestito i punti ingranditi di Ben Day utilizzati dalla stampa di massa poco costosa, creandoli a modo suo. I primi furono realizzati con i denti in acciaio di una spazzola per cani, per poi passare a degli stencil in carta usa e getta, fino a quelle in alluminio. Anche la grandezza dei punti e la loro tonalità hanno una storia. Quelli più grandi ci raccontano le prime opere, prettamente legate al mondo dei fumetti, mentre quelli più piccoli sono legate alle successive. che grazie al suo lavoro di disegnatore per interni, trattano degli arredamenti moderni del dopoguerra. I colori usati sono sempre quelli delle matrici di stampa e nelle sue opere solitamente ne usa non più di tre, sottolineando col nero i confini delle forme, su un fondo bianco. Le opere di Lichtenstein potrebbero benissimo essere state create con delle lastre di stampa litografica sovrapposte e invece erano acrilici su tela e di questo si accorse il gallerista Castelli, rinomato mecenate del tempo, nel 1961 che decise di rappresentarlo, quando l’artista era un assistente professore di Storia dell’Arte all’Università statale del new Jersey, dove si era trasferito con la famiglia, così l’artista tornò nella Grande Mela e da lì la sua carriera non si fermò più. Insieme a Warhol, Lichtenstein è oggi uno degli artisti pop più famosi a livello internazionale e l’esposizione dell’Albertina a Vienna ne è un ottimo contenitore. Debbo dire che le mostre di questo museo sono sempre di grandissimo livello e molto interessante anche la sezione studi e bn nella quale si trovano gli studi d’interni e le grafiche pubblicitarie. La mostra resta fino al 14 luglio 2024.

Buona visione!

Roy Lichtenstein A Centennial Exhibition

Fino al giorno 14-lug-2024

ALBERTINA MUSEUM
Albertinapl. 1, 1010
Wien, Austria

Telefono: 
+43 1 534830

ORARI DI APERTURA

ALBERTINA
Tutti i giorni | dalle 10:00 alle 18:00
Mercoledì e venerdì dalle 10:00 alle 18:00 | 10:00-21:00

ALBERTINA MODERNA
Tutti i giorni | dalle 10:00 alle 18:00

ALBERTINA KLOSTERNEUBURG
dal giovedì alla domenica | dalle 10:00 alle 18:00


Enrico Tubertini

Enrico Tubertini

Enrico Tubertini è di origini bolognesi. Ha fatto il Dams e lavorato nei videoclip, poi si è trasferito a Roma dove ha iniziato a lavorare nel cinema ed in televisione. Artista e pittografo.

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