Da Strasburgo arrivano dubbi sul trattato segreto Usa-Ue. Il Ttip crea posti di lavoro o cancella diritti?
di Massimo Lauria
«Il Ttip è un trattato segreto, i cui accordi non sono di dominio pubblico. Ecco perché si può ancora solo parlare di impatti potenziali sul settore dell’energia e dell’industria di trasformazione». A dirlo è uno studio chiesto dalla Commissione parlamentare europea ‘Itre’ (Energia, Ricerca, Industria, Telecomunicazioni), presentato recentemente. In parole semplici non ci sono le condizioni per farsi un’idea precisa né del contenuto degli accordi commerciali tra Europa e Stati Uniti, né tantomeno quali saranno le conseguenze del trattato.
Da Strasburgo arriva puzza di fregatura sui negoziati a porte chiuse tra lo Zio Sam e il Vecchio Continente. Nemmeno i parlamentari europei conoscono i termini delle trattative per abbattere le barriere doganali e non fra i due continenti. Ma quella che all’apparenza viene presentata come una rivoluzione negli scambi commerciali, in realtà è un punto interrogativo enorme. Crescita economica senza precedenti e milioni di posti di lavoro, dicono. Ma dall’energia all’agroalimentare, il Ttip (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) è più simile a un cavallo di Troia.
Secondo Dario Tamburrano, eurodeputato M5S, «difficilmente il Ttip contribuirà ad una re-industrializzazione dell’Europa». L’energia in Europa, infatti, costa più che negli Usa, che per convenienza di prezzo preferiscono rivolgersi ai mercati asiatici. Il trattato, secondo molti parlamentari, sarà vantaggioso solo per alcune aziende, quelle più grandi. Le altre saranno stritolate nei meccanismi commerciali voluti dai big.
I movimenti sociali delle due sponde atlantiche avvertono da tempo sui pericoli insiti negli accordi. Uno tra tutti, lo ‘Isds’ (Risoluzione delle controversie tra Stato e investitore), una clausola giuridica che permette di aggirare i tribunali nazionali o europei. Un meccanismo perverso già in uso ad esempio tra Germania e Pakistan, voluto da Berlino nel dopoguerra per tutelare gli interessi delle proprie imprese contro le leggi restrittive del Paese asiatico.
Il Ttip darà vita alla più grande area mondiale di libero scambio – la somma delle economie Usa-Europa rappresenta il 45% del Pil mondiale dei flussi commerciali -. «È un vero e proprio golpe da parte dei poteri economico-finanziari che governano il pianeta. È la vittoria delle lobby (multinazionali e banche), che hanno a Bruxelles quindicimila agenti e tredicimila a Washington, stipendiati a fare pressione sulle istituzioni», ammonisce padre Alex Zanotelli.
di Massimo Lauria