Ho seguito con attenzione il caso di cronaca nera che ha suscitato non poche polemiche nei giorni scorsi, e tutt’ora è al centro di accesi dibattiti nei salotti delle principali emittenti televisive. Mi riferisco alla tragica vicenda della ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano, Giovanna Pedretti, trovata morta nel fiume Lambro il 14 gennaio scorso. Stando alle dichiarazioni dei famigliari, la donna si sarebbe uccisa perché non avrebbe più retto alle offese e alle pressioni ricevute su Internet. Sotto i riflettori degli inquirenti la recensione postata sul canale social della ristoratrice, scritta da un possibile cliente che, a suo dire, nel ristorante si è ritrovato a mangiare di fianco a dei gay, e a un ragazzo in carrozzina. L’autore del post usa parole che rimandano a una visione omofoba e razzista e, certamente indignata, la signora Pedretti risponde invitando il cliente a non fare più ritorno nel suo locale.
Feroci leoni da tastiera o bassa autostima? Quanto è davvero colpa dei social network nei casi di suicidio?
Il marito e la figlia di Giovanna ipotizzano che la donna non avrebbe retto alla vergogna in seguito a una serie di offese ricevute via social.
Ora mi chiedo quanto possano effettivamente condizionare i post pubblicati dai cosiddetti leoni da tastiera e che livello di autostima è necessario avere per tollerarli e andare oltre senza ripercussioni sul proprio benessere psicofisico? Ė veramente solo colpa dei social network?
Certo il suicidio della ristoratrice lodigiana ha sconvolto le coscienze, almeno di coloro che ancora ne hanno una, ovviamente! La donna, verosimilmente, aveva una personalità fragile e sensibile, l’ondata di calunnie che l’ha travolta è stata devastante. Le parole pesano come macigni e spesso chi scrive non si rende conto che il proprio commento, breve o lungo che sia, può avere conseguenze nefaste. Il fatto è che, i leoni da tastiera, o simili, pensano solo a guadagnare LIKE, non certo alle conseguenze che i contenuti di ciò che andranno a pubblicare avranno sui destinatari. Non possiamo fare di tutta un’erba un fascio, spulciando tra i commenti si trovano anche quelli di” menti pensanti”, pochi buoni, in una marea di insulti, attacchi gratuiti, polemiche e compagnia cantando.
Pro e contro dei social network
Sono stati versati fiumi di inchiostro e di parole sull’utilità e la pericolosità dei social network, sono un’arma a doppio taglio, nel bene e nel male. Credo che tutto dipenda dall’uso che si fa di questi canali di comunicazione, e se, parlo per me, decido di usarli sono ben cosciente di espormi alle reazioni di individui che, agendo sovente nell’anonimato, come puri e semplici vigliacchi, divento bersaglio della loro più becera cattiveria.
Conclusione
Sono giunta alla conclusione – giusta o sbagliata che sia, infondo, ognuno è libero di vedere la realtà secondo la propria personale prospettiva – che è necessario essere consapevoli che gli haters spareranno contro tutte le cartucce a loro disposizione. Bisogna essere in grado di non cogliere le loro offese e insinuazioni, anzi, rimanere indifferenti, ignorarli del tutto. Non attiviamo un profilo social se riteniamo che la nostra autostima è al livello dei nostri piedi.