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Finché morte non ci separi, metafora di un amore patologico

Francesca Moretti

DiFrancesca Moretti

Giu 1, 2023
Francesca Bertuzzi, scrittrice

Finché morte non ci separi” è una delle nove storie raccolte nel libro “Delitti di Capodanno”, edito da Newton Compton. Il breve racconto rivela le straordinarie doti della scrittrice Francesca Bertuzzi nel muoversi all’interno del genere letterario giallo. L’autrice famosa per il suo stile pulp splatter, in questa storia ha inserito sfumature a sfondo psicologico.

La scrittrice Francesca Bertuzzi (foto di Pasquale Di Blasio fonte wikipedia)

La Bertuzzi sin da subito ci immerge in uno spaccato di vita quotidiana dalle note piuttosto accese. Da brava sceneggiatrice qual è avvia la storia con una scena rissosa tra due fidanzati, in realtà i protagonisti dominanti di tutta la trama. Cinzia e Stefano litigano a causa del tradimento di lei, volano insulti pesanti a cui seguono poco credibili smentite da parte della donna, e poi…un terribile terremoto che surriscalda la Terra e distrugge ogni forma di vita. L’apocalisse è giunta e segna la fine del mondo. Uno zelante Stefano ha costruito un rifugio antiatomico dal quale però la coppia non potrà uscire. In una delle sue notti insonni Cinzia vagando per il rifugio scopre due bare, un inquietante ritrovamento che aumenta i sospetti della donna. A cosa servono le due bare? Qualcosa non quadra.

Che sia un romanzo lungo o un racconto breve Francesca Bertuzzi non si smentisce mai, con il suo inconfondibile stile inchioda il lettore fino all’ultima riga. La capacità di questa scrittrice consiste proprio nel ben congegnare sotto l’aspetto narrativo ogni sua opera a tal punto da mantenere alte nel lettore tanto l’attenzione quanto la suspense. Lo stato di tensione genera incertezza, trepidazione, sospensione emotiva e non lascia spazio a intervalli morti o inutili. In questo racconto Bertuzzi affronta tematiche delicate quali il rapporto di coppia che va in rovina, i comportamenti alquanto ossessivi dell’uomo nei confronti della sua compagna, le reazioni difensive e se vogliamo paradossali di chi è costretto a vivere chiuso. La vita in un rifugio senza luce fa elaborare pensieri negativi, il cervello è in continua allerta, l’anima e il corpo si avvelenano dando inizio a un circolo vizioso di comportamenti sfavorevoli. La maggiore attenzione prestata ai rapporti tra i personaggi rispetto agli elementi del giallo in sé conferiscono al racconto la sfumatura di giallo psicologico.


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