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A scuola, Verga sì, oppure no?

Francesca Moretti

DiFrancesca Moretti

Giu 8, 2023

Le esternazioni di Susanna Tamaro al Salone del libro di Torino hanno sollevato una valanga di polemiche. Ma che cosa ha mai detto di tanto folle questa beniamina della letteratura contemporanea? Leggiamo le considerazioni della scrittrice sulla lettura: “Da piccola detestavo leggere. Ho iniziato a farlo da molto più adulta. È difficile portare i ragazzi alla lettura anche perché ci sono testi, già c’erano ai miei tempi, davvero difficili e anche brutti. Basta con Verga. Si potrebbe sostituire con Va’ dove ti porta il cuore. In Turchia, per esempio, lo hanno adottato”.

Non pienamente soddisfatta, rinforza: “Occorre cambiare completamente l’insegnamento della letteratura italiana nelle scuole. Studiare più letteratura contemporanea per appassionare di più gli studenti. Non dovremmo sovraccaricare gli studenti con testi letterari pesanti, come quelli di Dante o Verga, che possono risultare molto difficili. Seppur significative, queste opere possono essere un deterrente per l’amore della lettura. Voglio che la lettura sia un piacere, non una punizione”. https://www.orizzontescuola.it/salone-del-libro-tamaro-basta-con-verga-a-scuola-per-i-bambini-sono-testi-difficili-riformare-studio-della-letturatura-italiana-in-classe/

Intanto non le manca la schiettezza di dire quello che pensa su dei mostri sacri della letteratura italiana: Dante e Verga, le cui opere, a modesto parere della Tamaro, risulterebbero così difficili, e magari bruttine, tanto da dissuadere dalla lettura le brillanti menti dei nostri giovani studenti. Sostituirli con Va’ dove ti porta il cuore? Di sicuro la scelta del testo narrativo spetta al docente di lettere di turno, né a me, e né tantomeno all’illustre scrittrice, la quale, mi chiedo, ha mai avuto modo di scavare nelle pieghe segrete di Verga? Avrebbe scoperto che nonostante il temperamento riservato e taciturno, l’insigne scrittore siciliano era conteso da diverse donne, e che scalpore fece quando venne a galla la relazione clandestina con Giselda Fojanesi, di origini toscane, docente di scuola elementare, che lo scrittore ebbe modo di conoscere in un salotto fiorentino. Ah, che bei tempi quelli dei salotti! Quanti incontri e peccaminose relazioni si intrecciavano tra uomini illustri e gentildonne, tanto da far scoppiare giornalmente un vespaio. All’epoca, ai cronisti di rosa non si può dire che mancasse il lavoro.

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Ho letto diversi libri di Susanna Tamaro, li ho trovati apprezzabili. Spesso ha posto al centro delle sue narrazioni tematiche delicate e difficili, come l’abuso su minori e i disturbi del comportamento alimentare. Ha uno stile di scrittura semplice e chiaro, il che permette una lettura scorrevole.

Sono più che certa che se, per ogni ordine e grado della scuola italiana, si cambia modalità di approccio all’insegnamento della letteratura italiana, preparando lezioni accattivanti, magari partendo proprio dagli aspetti più curiosi e perché no, anche esilaranti, della personalità dei nostri geniali scrittori, si darebbe modo a ciascun studente di apprezzare il valore intrinseco tanto dell’autore quanto delle opere di cui, noi posteri, oggi, possiamo goderne la magnificenza.


Francesca Moretti

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