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Gattini per la maggioranza

Monica Palladino

DiMonica Palladino

Lug 29, 2023

È una splendida serata d’estate. Le luci della Sicilia brillano al di là dello stretto in uno di quei momenti quasi perfetti. La calma e il momentaneo svanire della routine frenetica del lavoro e dei ritmi forsennati della grande città stimolano il pensiero. Quando si ha tempo e non si ha fame è un rischio che si corre, e chiaramente chi deve saperlo lo sa fin troppo bene. Decido di iniziare una piacevole rassegna stampa rinfrescata dalla piacevole brezza marina.

Un libro meraviglioso letto in gioventù raccontava del super computer Zentrum che controlla l’informazione (ed il livello della paura), scegliendo le notizie da dare e controllando di fatto la vita dei cittadini e del programma televisivo dei sondaggi con lo slogan “siate maggioranza” che premia i cittadini che rispondono alle domande rientrando appunto nella maggioranza, al di là della veridicità della risposta. Poca paura non va bene, pensano e rischiano di ribellarsi, troppa paura neanche va bene, si rinchiudono e non comprano niente. Elianto, questo il titolo del libro, andrebbe letto a scuola secondo me, ironico e profondo e ricco di spunti di riflessione quanto mai attuali, sebbene sia stato pubblicato nel 1996.

I gattini di Chomsky

Noam Chomsky nel decalogo delle strategie messe in atto da media e governi per controllare (e manipolare) le masse considera molto potente la distrazione, ossia inondare di informazioni per deviare l attenzione da temi davvero importanti. Aprite un giornale, soprattutto d estate, per capire di cosa parla. E capirete ancora meglio altri punti fondamentali per Chomski come la tecnica di porre un tema come problema per far accettare la soluzione (che altrimenti sarebbe ben difficile accettare) come se fosse l’unica realizzando cosi l’obbiettivo prefissato, e la tecnica della gradualità, ad esempio piccoli tagli della propria libertà individuale ripetuti nel tempo sono ben più accettati di una drastica limitazione repentina. Poi il differire, fate uno sforzo adesso anche se comporta disagio o sacrificio per stare tutti meglio dopo, poi se dopo doveste stare peggio sarà troppo tardi e dovrete portare pazienza.

 Parlare ai cittadini come se fossero dei bimbi per azzerarne il senso critico all ascolto, usare le emozioni semplici agendo sull’inconscio mettendo in quiescenza la parte razionale, mantenendo il pubblico ignorante quanto più possibile per disabituarlo al pensiero critico. Conformarne i bisogni. Siate maggioranza dunque! Ed infine uno degli aspetti che amo di più, la leva sul senso di colpa. Questo sistema ha preceduto di millenni i media, i social e quanto oggi ci circonda, direi che è più antico del peccato originale, tanto per restare in tema. C’è un problema (a volte neanche c’è a dire il vero): è colpa tua. Non devi ribellarti. Sei colpevole. Ottimo, sempre efficace.
Ma insomma se a me dispiace ancora un pochino essere parte di questo sistema come pedone sacrificabile, c’è da dire che rispetto a qualche tempo fa in cui si doveva fare una certa fatica a raccogliere informazioni su un cittadino, si doveva investire denaro, ore di lavoro, addestramento delle spie, pagamento della delazione, interrogatori… adesso il cittadino finalmente ha smesso di essere parte passiva e ha iniziato a regalare le propria informazioni su app, social, motori di ricerca. Semplificazione! Nessun governo distopico dei miei viaggi letterari aveva osato sperare tanto! Comunque un risultato così non lo si ottiene senza sforzo.

Sono molti decenni che si affina la tecnica, e le nuove generazioni naturaldigitalborn sono educate a colpi di registro elettronico a stare sotto botta del controllo digitale sin dai primi banchi di scuola. Si troveranno meglio dopo, cosi davanti allo spettacolo delle luci oltre allo stretto non gli verrà in mente Chomski, Le Bon, lo Zentrum di Stefano Benni ma solo i gattini di Maccio Capatonda.


Monica Palladino

Monica Palladino

2 commenti su “Gattini per la maggioranza”
  1. Volevo sapere se facevi riferimento al libro di Chomsky “ La fabbrica del consenso. La politica e i mass media”

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