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Pier Paolo Pasolini, profezia di morte che si autoadempie

Francesca Moretti

DiFrancesca Moretti

Lug 27, 2023
Pasolini rende omaggio alla tomba di Antonio Gramsci. fonte WIKIPEDIA

Nel mio precedente articolo per Rome Central Magazine, ho scritto che, in un’intervista, Pier Paolo Pasolini ha rilasciato questa dichiarazione: “Amo la vita così ferocemente, così disperatamente che non me ne può venir bene: dico i dati fisici della vita, il sole, l’erba, la giovinezza, è un vizio molto più tremendo di quello della cocaina, non mi costa nulla, e ce n’è un’abbondanza sconfinata, senza limiti: e io divoro, divoro…come andrà a finire non lo so”. Parto da questa affermazione e riprendo le mie riflessioni su uno dei massimi esponenti dell’arte italiana. Tra le frasi della dichiarazione appare un annuncio funesto, come se lo scrittore avesse il presentimento di dover morire assassinato nel modo più crudele. Fa pensare a una profezia che si autoadempie.

Pasolini passato alla storia della letteratura come scrittore e poeta, in verità è anche stato un grande giornalista. Non sarà stata mica questa professione a determinare l’autoadempimento del fatale presagio?

Esperto conoscitore della storia del suo tempo ha saputo denunciare con abile maestria, e, si badi bene, non solo in versi: soprusi, falsità, corruzione. Ha pagato un prezzo davvero alto, probabilmente con la sua stessa vita, il desiderio di essere la voce di chi voce non aveva. Le sue opere, specialmente quelle filmiche, hanno turbato non poco gli animi dei borghesi perbenisti che tentavano la loro arrampicata sociale in un’Italia che aveva preso gusto al boom economico. I moralisti dell’epoca gridavano allo scandalo, e Pasolini aveva scandalizzato tirando dentro proprio tutti: sostenitori del comunismo e del fascismo, gli stessi democristiani, e non per ultimo, presentò il conto anche ai cattolici. Per non parlare dei promotori dell’aborto! Ebbene, sì, secondo le vedute futuristiche del giornalista, la legalizzazione dell’aborto avrebbe portato diritto alla mutazione del sesso in un atto prestabilito, una sorta di vezzo a uso e consumo di gente ormai omologata.

Come muore il giornalista

Allo stato attuale l’unica persona condannata per l’assassinio di Pasolini è Pino Pelosi, il giovane con cui lo scrittore trascorre la sua ultima notte. Le dichiarazioni rilasciate dal ragazzo, reo confesso, per gli inquirenti appaiono immediatamente contraddittorie e inattendibili. Come si può ipotizzare che il diciassettenne Pelosi, di costituzione gracile, possa aver picchiato selvaggiamente un uomo come Pasolini dal fisico, invece, robusto e aitante fino a cagionargli la morte? Agli occhi degli investigatori è sin da subito evidente che, in quella notte nefasta, altri soggetti erano presenti sul luogo del delitto, peccato, però, che non sono state sprecate altre risorse per approfondire le indagini. Verosimilmente con ulteriori ricerche si sarebbe potuto dare risposta ai diversi interrogativi rimasti insoluti: A chi appartiene quell’impronta di scarpa destra rinvenuta nella vettura di Pasolini dopo il suo omicidio? Le indagini hanno appurato che non appartiene al giovane Pelosi. E il pullover trovato nel portabagagli della macchina? Stando alla testimonianza della cugina del giornalista, prima di quella sera non vi era alcun maglione, lei stessa, qualche ora prima dell’assassinio, aveva pulito l’auto. Ricapitolando, se si suppone che più di una persona abbia compiuto il delitto, è logico pensare come unico e solo movente quello a sfondo sessuale? E, se, il lato curioso del giornalista avesse preso il sopravvento facendogli ficcare non solo il naso ma occhi, orecchie e bocca dove non avrebbe dovuto? Qualcuno non voleva che il suo vaso di pandora venisse scoperchiato, rivelando altarini scomodi?  E, se, con la sua opera incompiuta, Petrolio, un titolo che si presterebbe a diverse interpretazioni, Pasolini avesse firmato la sua condanna a morte? A dire di alcuni, lo scrittore sarebbe entrato in possesso di certi documenti che ipotizzavano il coinvolgimento di Eugenio Cefis come il mandante dell’assassinio dell’ex presidente dell’Eni, Enrico Mattei. Pasolini era pronto a far cadere qualche illustre testa? Si naviga nel mare magnum delle suggestioni, però, l’Appunto 21 di Petrolio dal titolo “Lampi sull’Eni”, realisticamente è rimasto un capitolo sospeso, in altre parole, senza alcuna traccia di inchiostro.

Pasolini giornalista, scrittore, poeta, sceneggiatore…chissà quanto avrebbe ancora da raccontare!

Per approfondimenti:

https://www.treccani.it/enciclopedia/pier-paolo-pasolini

Pier Paolo Pasolini, Petrolio, casa editrice Garzanti


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