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Le leggi di Asimov e l’etica dell’intelligenza artificiale

Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.

Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

Un robot deve proteggere la propria esistenza purché la salvaguardia di questa non contravvenga alla Prima o alla Seconda Legge.

Asimov introduce poi la legge zeresima:

Un robot non può danneggiare l’umanità né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l’umanità subisca danno.

 

 

Il PROMPT dell’immagine, generata con MidJourney:

https://s.mj.run/XOaWXKbR_LM Isaac Asimov with moustaches among his robots –ar 16:9 –q 2 –s 750 –style raw

Le leggi della robotica create da Isaac Asimov negli anni ’40 rappresentano ancora oggi un importante punto di riferimento per una discussione etica sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

La Prima Legge stabilisce che i robot non possono recare danno agli esseri umani né permettere che essi ricevano danni per il proprio mancato intervento. Sebbene la forma sia letteraria, questa legge riflette la spinta fondamentale delle politiche di IA oggi: il cosiddetto principio del “non nuocere”. Codici etici proposti da aziende, governi e organizzazioni internazionali lo enfatizzano come principio base per lo sviluppo e l’uso dell’AI.


Il PROMPT dell’immagine, generata con MidJourney:

Envision a Salvador Dali-esque interpretation of the three laws of robotics by Isaac Asimov, applied to modern generative AI. a man and a woman and a balance of scales on a white frame, in the style of detailed comic book art, exquisite realism, light gold and teal, neo-academism, raw versus finished, trompe-l’œil illusionistic detail. The medium should be photo hyper-realism, with a style that mirrors Dali’s surreal and dreamlike aesthetic. The lighting should be dramatic and contrasting, casting long, distorted shadows. The colors should be vibrant and intense, with a palette that includes bold reds, deep blues, and radiant golds. The composition should be a wide shot, capturing the entire surreal landscape. –ar 16:9 –q 2 –s 750 –v 5.1

La Seconda Legge ordina ai robot di obbedire agli esseri umani purché gli ordini ricevuti non contrastino con la Prima Legge. Essa evidenzia la necessità di stabilire fin dall’inizio chi detenga realmente il controllo delle intelligenze artificiali. Ciò solleva domande fondamentali: fino a che punto le macchine dovranno restare subordinate all’uomo? Quale grado di autonomia sarà eticamente accettabile concedere loro?

Il PROMPT dell’immagine, generata con MidJourney:

Envision a Salvador Dali-esque interpretation of the three laws of robotics by Isaac Asimov, applied to modern generative AI. The content should be a surreal landscape with three distinct elements representing each law. The first element is a robot with human-like hands gently cradling a fragile human figure, symbolizing the law of not harming humans. The second element is a robot obediently following a trail of commands, depicted as floating symbols. The third element is a robot shielding its ‘heart’, a glowing core, representing the law of self-preservation. The medium should be photo hyper-realism, with a style that mirrors Dali’s surreal and dreamlike aesthetic. The lighting should be dramatic and contrasting, casting long, distorted shadows. The colors should be vibrant and intense, with a palette that includes bold reds, deep blues, and radiant golds. The composition should be a wide shot, capturing the entire surreal landscape. –ar 16:9 –q 2 –s 750 –v 5.1

La Terza Legge impone ai robot di proteggere la propria esistenza purché ciò non entri in conflitto con le prime due leggi. Essa suggerisce la necessità di valutare il grado di “auto-interesse” che sarà moralmente appropriato attribuire agli algoritmi.

Il PROMPT dell’immagine, generata con MidJourney:

Cinematic shot. a scene that represents the Third Law of Robotics, which states that a robot must protect its own existence as long as such protection does not conflict with the First or Second Laws. The content should be a robot in the process of self-preservation, perhaps repairing itself or avoiding a dangerous situation, but in a way that clearly does not harm humans or disobey a human order. The medium should be photo hyper-realism, with a style that combines the sleek aesthetics of modern technology with the humanistic undertones of the subject matter. The lighting should be dramatic and contrasting, highlighting the robot and its actions. The colors should be a mix of cold metallic hues, stark whites, and vibrant blues for the robot. The composition should be a centered shot, capturing the robot and its actions. –ar 16:9 –v 5.1 –style raw –q 2 –s 750

 

La sintesi delle tre leggi è data dalla cosiddetta Legge Zero, che chiede ai robot di non danneggiare l’umanità o permettere che essa subisca danno. Tuttavia questo concetto di “interesse generale dell’umanità” nasconde complessità e sfumature.

Il PROMPT dell’immagine, generata con MidJourney:

Imagine a scene that embodies the three laws of robotics by Isaac Asimov, but in the style of Salvador Dali. The content should be a surreal dreamscape where AI models are personified as robotic figures. The first figure is a robot with a human face, gently preventing a human from walking off a cliff, representing the law of not causing harm. The second figure is a robot dutifully following a string of commands, represented as a trail of glowing symbols. The third figure is a robot protecting a small, glowing sphere, symbolizing its own existence. The medium should be photo hyper-realism, with a style that echoes Dali’s distinctive surrealism. The lighting should be ethereal and otherworldly, creating a dreamlike atmosphere. The colors should be a mix of warm and cool tones, with a focus on vibrant oranges, deep blues, and radiant yellows. The composition should be a panoramic view of the dreamscape, with each robotic figure clearly visible. –ar 16:9 –q 2 –s 750

Sebbene siano ispirate alla fantascienza, le leggi di Asimov sollevano questioni etiche ancora oggi aperte: fino a che punto le macchine potranno prendere decisioni in modo autonomo senza mettere a rischio i valori umani? Come si possono stabilire a priori istruzioni “etiche” per le macchine? Come evitare di considerare “l’umanità” come un tutto omogeneo trascurando le sue diverse soggettività?

Il PROMPT dell’immagine, generata con MidJourney:

Envision a Salvador Dali-esque interpretation of the three laws of robotics by Isaac Asimov, applied to modern generative AI. a man and a woman and a balance of scales on a white frame, in the style of detailed comic book art, exquisite realism, light gold and teal, neo-academism, raw versus finished, trompe-l’œil illusionistic detail. The medium should be photo hyper-realism, with a style that mirrors Dali’s surreal and dreamlike aesthetic. The lighting should be dramatic and contrasting, casting long, distorted shadows. The colors should be vibrant and intense, with a palette that includes bold reds, deep blues, and radiant golds. The composition should be a wide shot, capturing the entire surreal landscape. –ar 16:9 –q 2 –s 750 –v 5.1

 

Le leggi di Asimov invitano a riflettere in modo critico su valori come non nuocere e autogoverno, ma mostrano anche le lacune di una visione semplicistica. Lo sviluppo di un’IA realmente etica richiede un approccio multidisciplinare, che integri le scienze umane e sociali per comprendere le sfumature dei valori umani.

Gli approcci tecnologici e commerciali non sono sufficienti: ci vogliono più dibattiti pubblici, più partecipazione, più intelligenza collettiva. Solo così potremo definire gli usi dell’IA che proteggano davvero il bene comune umano nella sua ricchezza e complessità. Le leggi di Asimov, allora, pur ispiratrici, ci ricordano la complessità del compito che ci attende: costruire macchine che aiutino gli uomini a essere uomini, nel pieno rispetto della loro libertà e creatività.

Sebbene idealistiche, le leggi di Asimov mostrano come valori come non nuocere e autogoverno siano fondamentali ma troppo semplici per guidare davvero lo sviluppo etico dell’IA. Richiedono approcci multidisciplinari, più partecipazione pubblica e un dibattito aperto sul significato stesso di “bene comune” per costruire un’intelligenza artificiale che migliori davvero la società umana.


Silvio de Pecher e Pietro Giacone

Silvio de Pecher e Pietro Giacone

- Silvio de Pecher: Freelance Entrepreneur Journalist Visioneer In 1994 I was in the pary that started Italia On Line I worked on the Internet and was director of a couple of Italian IT magazine like BIT and PC Floppy. I was professor @ Camerino university for two yeas (2005-2007) teaching how to handle images in E- Health. I'm a professional freelance photographer. I was Editor in chief of PC-Magazine.it then Tech Life Magazine NOW as CTO of OAdvisory Media Specialties: telecom and communication - Pietro Giacone: Specialista di AI, ICT, Blockchain e Innovazione, esperto di Gamification. E' stato consulente strategico per ONG, multinazionali, università e centri di ricerca. Co-founder and CIO @ OAdvisory Tech Consulting Co-founder @ AI4STYLE Partner & Business Development @ WREP Media Company Partner & CIO @ AdenBiz International Trade & Marketplace
2 commenti su “Le leggi di Asimov e l’etica dell’intelligenza artificiale”
  1. Ho trovato l'articolo molto interessante, vengono messe in evidenza questioni etiche di non poco conto. Il problema centrale infondo è proprio legato a come gli esseri umani useranno in modo etico l'AI, per migliorare il mondo, e non per annientarlo completamente, per la pace e non a scopi bellici.

  2. Concordo con il timore che l'intelligenza artificiale (AI) possa creare moltissimi guai. L'AI è una tecnologia potente che può essere utilizzata per il bene o per il male. È importante essere consapevoli dei potenziali rischi dell'AI per prendere misure per mitigare questi rischi.

    Uno dei principali rischi dell'AI è che possa essere utilizzata per ingannare e rubare. L'AI può essere utilizzata per creare deepfake, che sono video o audio realistici che sono stati manipolati per far sembrare che qualcuno dica o faccia qualcosa che non ha detto o fatto. I deepfake possono essere utilizzati per diffondere disinformazione, danneggiare la reputazione delle persone o per commettere frodi.

    Un altro rischio dell'AI è che possa essere utilizzata indiscriminatamente per automatizzare lavori che attualmente sono svolti da esseri umani. Ciò potrebbe portare a un aumento della disoccupazione e a un cambiamento significativo nella struttura della società. È importante capire e prepararsi adeguatamente a questi cambiamenti e quindi garantire che tutti possano beneficiare dei vantaggi dell'AI.

    È importante ricordare che l'AI è uno strumento e, come ogni strumento, può essere utilizzato per il bene o per il male. Spetta a noi decidere come utilizzare l'AI.

    L'AI è una tecnologia potente che può essere utilizzata per il bene o per il male.

    È importante essere consapevoli dei potenziali rischi dell'AI e prendere misure per mitigare questi rischi.

    L'AI deve essere utilizzata per migliorare la vita di tutti, non per danneggiarla.

    Dobbiamo assicurarci che l'AI sia sviluppata e utilizzata in modo etico.

    Dobbiamo educare il pubblico sui potenziali rischi e benefici dell'AI.

    Dobbiamo creare norme e regolamenti per guidare lo sviluppo e l'uso dell'AI.

    Dobbiamo lavorare insieme per garantire che l'AI venga utilizzata per creare un futuro migliore per tutti.

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