Difficile immaginare figli che uccidono i propri genitori, è così innaturale, raccapricciante, antisociale. Figli, prima che spregiudicati assassini. Figli che mettono fine all’esistenza delle persone che li hanno messi al mondo. Aberrante il solo pensiero, eppure le pagine dei manuali di storia testimoniano diversi casi di parricidio.
La storia
L’imperatore Nerone fu il mandante dell’assassinio di sua madre Agrippina. Nerone organizzò e portò a compimento un matricidio, il delitto più crudele e ignobile che la sua mente disturbata potesse partorire. Perché? Potere e senso di libertà. Lo stile di vita libertino dell’imperatore non era visto di buon occhio da Agrippina, la quale non tollerava nel modo più assoluto che il figlio si fosse preso una cotta per una serva. La costante ingerenza della madre era divenuta troppo opprimente per l’imperatore. Plausibilmente l’eccessiva intromissione della figura materna nella vita di Nerone è stato l’evento scatenante che ha avuto come conseguenza l’atto delittuoso. Possibile che il rapporto madre/figlio presentasse già delle criticità tali che hanno spinto all’esasperazione l’imperatore, il quale ha pensato che sopprimere definitivamente la madre fosse l’unica via per liberarsi dal suo potere dispotico: elimino l’ostacolo e il gioco è fatto.
Oggi
Ė di questi giorni la notizia che l’ex vigilessa di Temù, Laura Ziliani, ha perso la vita per mano di due delle sue figlie e del fidanzato di una di queste. Ė stato definito dal giudice il trio criminale, che con efficienza criminale e freddezza non comune tutti e tre hanno pianificato il delitto e posto in atto una serie di depistaggi allo scopo di appropriarsi in via esclusiva del patrimonio familiare. Il movente economico ha portato due figlie a togliere la vita allo loro genitrice.
Lucidità, freddezza, pianificazione con azioni di depistaggio sembrano essere divenute delle costanti in queste forme di crimini. Nessuna malattia mentale o assunzione di sostanze capaci di alterare la percezione della realtà, delitti premeditati con logicità.
Perché i figli diventano assassini?
I moventi sono i più disparati, dai casi sopra analizzati si evincono: i soldi, il bisogno di eliminare un ostacolo a un rapporto di coppia, la necessità di metter fine a contrasti in ambito familiare in cui a essere nel mirino dei continui rimbrotti è proprio il delinquente. Ovvio che nessun movente giustifica l’atto delittuoso, però nella percezione distorta dell’attore, il crimine in sé, pur nella sua efferatezza che si concretizza con l’eliminazione fisica dell’individuo, che in quel momento rappresenta l’ostacolo, dunque si frappone tra l’offender e la realizzazione del suo progetto, costituisce l’unico modo per risolvere il problema.
Sovente i figli uccidono i genitori per denaro, dunque per godere nell’immediatezza del patrimonio. Il desiderio di soddisfare i propri bisogni fisici attraverso dei beni tangibili: soldi, auto nuova, vacanze…Il delitto Ziliani è il più agghiacciante che io abbia analizzato, anche se gli accusati hanno posto in atto un piano organizzativo maldestro per un materialismo spicciolo. Personalmente ritengo che le indagini riveleranno molto ancora.
Nei figli assassini si ha la sensazione che all’amore si siano sostituiti senso di libertà, ribellione, egoismo per il soddisfacimento di puri bisogni palpabili. Un processo di graduale svuotamento di sentimenti e valori che comunque non nasconde mai i segnali in questa prole degenerata, segnali sottovalutati ma presenti.
Credo sia arrivato il momento di riflettere, rampolli immersi in una società terribilmente alienante. Come ricostruire le sane relazioni figli/genitori/altri? Come insegnare a gestire le frustrazioni che la vita ogni giorno ha in serbo per ciascuno di loro e di noi?
Dottoressa sono perfettamente d’accordo con quanto ha scritto. Questi figli vogliono tutto e subito. Non tollerano i no.