Per la giornata internazionale della violenza contro le donne, vi propongo la lettura del romanzo “Tunnel”, l’ultimo nato dalla penna di Maria Masella.
Perché il 25 novembre? Ė il giorno scelto dall’assemblea delle Nazioni Unite in ricordo delle sorelle Mirabal, assassinate a Santo Domingo nel 1960. Erano delle femministe che si opponevano al regime dittatoriale imposto da Rafael Leònidas Trujillo.
Ma un solo giorno in memoria di…tante donne stuprate, abusate, uccise, si può ritenere davvero sufficiente? No, ogni giorno dovrebbe essere un farsi “mea culpa” in nome di quella mancata educazione culturale del rispetto verso ogni essere vivente. Una società del post narcisismo che ha investito una larga fascia di persone, illusioramente sicure, organizzate, in realtà tanto fragili, e incapaci di gestire le frustrazioni derivanti dal sentirsi rispondere: “No”. Individui pronti alla vendetta, alla distruzione dell’altro a causa di un “Io” debole. Perdere il controllo sull’altra persona significa perdere il controllo su se stessi, e l’unico mezzo è l’annientamento, da qui, quei comportamenti violenti agiti contro l’altra persona.
“Tunnel” di Maria Masella
Protagonista del romanzo è Lena, una donna apparentemente cazzuta: “con una vita come l’ha sempre desiderata: lineare, sicura, programmata. Lavora come penalista in un prestigioso studio di Genova, ed è convinta di seguire le orme del nonno paterno…” Il destino, poi, decide diversamente per questa avvocata intraprendente. All’orizzonte si apre un tunnel, un giorno, come tanti altri, di ritorno a casa, dopo il lavoro, viene aggredita e abusata da tre sconosciuti. La sera della brutale aggressione, Lena si presta, docilmente, a soddisfare ogni richiesta dei suoi carnefici, prova, in tutti modi, a salvare la vita che porta in grembo. Ogni tentativo risulta vano, lo spregevole atto dello stupro attuato da ignobili farabutti, le fa perdere il bambino. Un epilogo tragico che fa cadere Lena in un tunnel di dolore, disperazione e depressione. Una donna che, inizialmente, l’autrice fa apparire come individualista e votata al lavoro, come a voler dire ai lettori che tutte le tipologie di donne meritano compassione, comprensione e principalmente giustizia. Lena diviene icona di ognuno di noi, combatte le quotidiane intemperie della vita, o almeno ci prova.
Maria Masella, abile scrittrice, nelle prime pagine restituisce una descrizione che quasi fa respingere la protagonista per il suo atteggiamento snobistico ed eccentrico, poi te la fa amare. La vicenda di Lena diviene specchio di altre donne che hanno subito violenza, ed entrate in un tunnel buio e tortuoso.
Riflessioni sul romanzo
Un thriller psicologico intenso, dai toni profondi, fortemente coinvolgente.
Una trama ben congegnata, che non si limita all’atto in sé della violenza. Masella, con la sensibilità che la caratterizza, dà risalto alle fragilità umane, alle sensazioni, ai ricordi, al dolore estremo, alle fasi di negazione ed elaborazione del lutto per la perdita di un bambino mai nato.
I personaggi del romanzo risultano ben delineati sotto il profilo psicologico, ma questo non mi stupisce, la scrittrice è un’esperta conoscitrice dell’animo umano.
Il suo stile di scrittura è chiaro, limpido, non presenta sbavature di mieloso sentimentalismo, benché la narrazione si basi sulla descrizione di emozioni e sentimenti.
Una lettura che mi ha appassionato e che consiglio.