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Socializzazione, che bella parola! Ancora possibile da praticare?

In una società individualista ed egocentrica, volta più all’apparire che all’essere, ha ancora un significato intrinseco il termine socializzazione? Oppure il suo vero senso e valore sono andati perduti dietro lo schermo dello smartphone, del tablet o di altro marchingegno elettronico?
Alcuni esperti da tastiera, tipo gli influencer, sostengono che il “web” è un ambiente dove si può socializzare con più facilità essendo alla portata di tutti, giovani e non. Beh! Infondo come dargli torto, nonnine ultra 80enni, sono a loro volta diventate delle famose influencer, i loro video spopolano in internet, e hanno una marea di followers al seguito. Solo mi chiedo, qual è la durata dell’effetto alone socializzante nel mondo virtuale? Si socializza per diventare famosi ed essere amici di quelli che sono diventati famosi donando il proprio like? Immersi in realtà parallele, abbiamo il dono di essere liberi di scegliere la forma che più ci aggrada di socializzare, e spesso ne paghiamo lo scotto quando ci imbattiamo in individui loschi e manipolatori, tanto nel reale ancor più nel virtuale, e nella fattispecie con la garanzia dell’anonimato.

Che cosa si intende con la parola socializzazione?
Il termine socializzazione è stato coniato per indicare quel processo mediante il quale gli individui acquisiscono le capacità e le condotte concernenti i ruoli sociali. La socializzazione garantisce la stabilità sociale, giacché, permette la trasmissione di regole e valori tra generazioni diverse. In altre parole, è quel processo che assicura alla cultura di duplicarsi. Non male vero?
La socializzazione ha delle sue peculiari caratteristiche, ovvero, le aspettative di ruolo, la tendenza alla conformità, la trasformazione dell’atteggiamento. Lungi dal pensare alla socializzazione come un processo sbarrato e uniformato, essa va intesa come una contrattazione continua tra le parti socializzanti, perennemente aperta alla possibilità di cambiamento dei modelli comportamentali e dei criteri di valutazione della realtà circostante.

Teoria dell’Io riflesso
Nell’atto del socializzare ognuno di noi ha la possibilità di sviluppare una propria e peculiare personalità, sia sul piano fisiologico e formativo, sia in relazione al contesto in cui si trova a vivere e operare: figure di riferimento principali, amici, e via dicendo.
A tale proposito, il sociologo statunitense Charles Cooley ha affermato che la personalità del singolo individuo si forma proprio grazie alla sua interazione con il mondo in funzione dello schema dell’io riflesso, in cui convergono tre elementi:

  • cosa pensano gli altri di me;
  • qual è la reazione degli altri a quello che pensano di me;
  • in che modo reagisco alla risposta compresa dagli altri.

Diverse teorie sociologiche sono state elaborate sul processo di socializzazione, come non è esaurito, nel mio breve scritto, il discorso su di esso. Rimando ai prossimi articoli, che avranno come oggetto di argomentazione l’individuo come essere sociale

Per approfondimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/personalita-e-societa_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)/


Francesca Moretti

Francesca Moretti

Francesca Moretti è una Web Reporter Certificata dal WREP Registro EU Web Reporter

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